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L'inquinamento elettromagnetico (elettrosmog) in ambito domestico e sui luoghi di lavoro è formato da due componenti fondamentali: - Elettrosmog a bassa frequenza (ELF, Extremely Low Frequencies) generato dalle linee elettriche, dagli elettrodomestici, dalle attrezzature d'ufficio quali fotocopiatrici, computer, stampanti; - Elettrosmog a radiofrequenza, generato da antenne trasmittenti, quali i ponti radio della telefonia cellulare e della emittenza radiotelevisiva, così come dagli stessi apparati cellulari (telefonini). Il decreto n. 381 del 10 settembre 1998 fissa dei limiti massimi di esposizione alla radiazioni elettromagnetiche a radiofrequenza (comprese fra 100 kHz e 300 Ghz). A differenza di altre forme di inquinamento, l'elettrosmog non può essere percepito con i normali organi di senso: non fa rumore, non puzza, non si può vedere. Per questo è importante ricorrere ad una strumentazione opportuna (misuratori di campo) per assicurarsi di non vivere e lavorare in condizioni di potenziale pericolo per la propria salute. I limiti di
legge Alta frequenza: Il D.L. n. 381 del 10 settembre 1998, "Regolamento recante norme per la determinazione dei tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana", fissa un livello massimo di campo elettrico pari a 20 V/m, che si riducono a 6 V/m per i luoghi ove si sosta per più di 4 ore al giorno e per tutti gli spazi dedicati all’infanzia e le areee sanitarie.
Lo schema dei decreti attuativi trasmesso alla Conferenza Unificata nell’autunno 2002 ha indicato i seguenti tre limiti ai campi elettromagnetici generati dagli elettrodotti:
I limiti indicati come valori di attenzione ed obiettivi di qualità sono ben superiori a quelli previsti inizialmente nella bozza preliminare, rispettivamente di 0,5 e 0,2 microTesla. Le unità di misura del campo magnetico Il Tesla è l'unità di
misura del campo magnetico adottata dal Sistema Internazionale (SI). Esiste
anche un'altra unità comunemente usata nella misura del campo magnetico, il
Gauss. Intensità di campo
elettrico e densità di potenza P(W/m2) = E2 / Z Dove Z è l'impedenza del mezzo. Per esempio, nel vuoto (Z=377) vale la seguente tabella di corrispondenza:
Il valore 'limite' di 6 V/m corrisponde dunque ad una densità di potenza di circa 0,1 W/m2. Si noti come la corrispondenza tra intensità di campo (V/m) e densità di potenza (W/m2) non è lineare ma quadratica: quando il campo aumenta di 10 volte, la densità di potenza aumenta di 100 volte.
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